RANDAGISMO, SISCA: NON SOLO UN PROBLEMA DI RISORSE

Se non si capisce che prima di essere un problema di risorse, il randagismo è un problema culturale e di mancanza di professionalità si continuerà a sperperare denaro pubblico. E' questa la la tesi di fondo di un documento di analisi del randagismo nel Sud redatto dal Gruppo Sisca Sicilia e Calabria.

Il documento, curato dal coordinatore Massimo Di Martino, prende le mosse dalle tragiche vicende di Scicli per concludere che "fino a quando le amministrazioni non si renderanno conto che, come per tutte le altre questioni sociali, anche per la gestione del rapporto responsabile tra cane e proprietario esistono specifiche professionalità, si continueranno a chiedere e a spendere soldi, maltrattando i cani, mettendo a rischio la vita e la sicurezza dei cittadini e sperperando il denaro dei contribuenti".

La progettualità delle risorse economiche deve quindi riguardare "come vengono spesi questi soldi", il controllo della spesa richiede di "analizzare professionalmente", per non continuare a "spendere soldi all'infinito per tenere i cani rinchiusi nei canili a vita, senza nessuna ipotesi di vantaggio futuro né per l'amministrazione, né per gli animali destinati a soffrire a vita in uno stato di clausura carceraria".

Le competenze zooantropologiche del medico veterinario sono quindi "indispensabili": "l'approccio zooantropologico, che comprende la prevenzione comportamentale, al rapporto uomo-animale sia nella dimensione privata, sia in quella pubblica, ha il grande vantaggio di agire sui primi anelli della filiera relazionale, consentendo quindi di effettuare attività di prevenzione, che costa meno, dura molto, evita la sofferenza animale e non mette in pericolo la vita di alcuno".

E invece persiste un problema culturale: "il cane è percepito sostanzialmente come una seccatura, imposta alle amministrazioni da persone ritenute fanatici degli animali, e le amministrazioni e le istituzioni, nella maggior parte dei casi, amministrano il "problema dei cani" come merce scaduta (non più gradita ai proprietari che li hanno abbandonati), che va disattivata (sterilizzata) e quindi stipata nei magazzini (canili)".

Il documento è corredato dalla scheda "Zooantropologia e Attività Assistite con Animali" dell'Area dipartimentale di sanita' pubblica veterinaria, Unità Operativa Semplice Centrale di Ragusa a cura del Responsabile Gaetano Gintoli.

http://www.anmvioggi.it/files/DOCUMENTO%20GRUPPO%20SISCA%20SICILIA%20E%20CALABRIA.pdf

http://www.anmvioggi.it/files/RELAZIONE%20UO%202008.pdf

fonte ANMVIOGGI

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