DIRETTIVA AVIARIA, REGIONI: SI' CON OSSERVAZIONI

Condizionandolo all'accoglimento di alcune osservazioni, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2005/94/CE relativa a misure comunitarie di lotta contro l'influenza aviaria.

Il decreto attuativo stabilisce misure preventive relative alla sorveglianza e all'individuazione precoce dell'influenza aviaria e per la sensibilizzazione delle autorità competenti e degli allevatori ad una maggiore preparazione ai rischi che questa malattia comporta. Nel provvedimento sono indicate le misure minime di controllo da applicare in caso di comparsa di un focolaio di aviaria nel pollame o altri volatili in cattività per l'individuazione precoce di una possibile trasmissione dei virus dell'influenza aviaria ai mammiferi e altre misure sussidiarie per impedire la diffusione dei virus influenzali aviari.

Fra le richieste condizionanti l'approvazione dello schema di decreto, le Regioni e le Provincie Autonome mettono al primo posto la possibilità di adottare provvedimenti nell'ambito delle proprie autonomie statutarie e dell'articolo 117 della Costituzione che prevede che la tutela della salute sia materia di legislazione concorrente. "Questo sembra evidentemente - scrivono- il caso della influenza aviaria che è una malattia trasmissibile all'uomo".

Nelle definizioni le Regioni chiedono di specificare che l'abbattimento avvenga con metodi eutanasici e nel rispetto delle norme sul benessere animale e delle metodiche previste per le specie animali coinvolte. Per la registrazione in BDN e georeferenziazione, invece, chiedono l'obbligo "solo per le aziende avicole a carattere commerciale" e in BDR solo per le Regioni che dispongono di questo nodo. L'abbattimento preventivo ed il successivo indennizzo va autorizzato con provvedimento ministeriale e non regionale; il trasporto di pulcini di un giorno, di pollastre e di uova da cova e da tavola al di fuori delle zone di restrizione verso un'altra Regione deve avere il parere favorevole della Regione ricevente.

Oltre a correttivi sia per quanto attiene il benessere animale che il ruolo di vigilanza dei servizi veterinari, le Regioni osservano che le sanzioni " non tengono conto adeguatamente del criterio di proporzionalità, essendo puniti nella stessa misura allevamenti industriali ed allevamenti rurali, realtà che hanno una dimensione economica assolutamente non comparabile".

fonte ANMVIOGGI

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