DA TRENITALIA REGOLE ASSURDE E DI FACCIATA

Con una nota indirizzata alle Ferrovie, al Ministro dei Trasporti, al Sottosegretario alla Salute e al Sottosegretario al Turismo, l' ANMVI ha chiesto la revoca immediata delle regole di viaggio per gli animali stabilite da Trenitalia.

L'Associazione parla di regole "assurde, senza alcun fondamento sul piano scientifico, senza corrette nozioni di prevenzione e di igiene degli animali e totalmente incuranti delle esigenze di viaggio dei cittadini-proprietari. Un provvedimento burocratico di pura facciata".

Dal primo ottobre, su indicazione dell'Istituto superiore di sanità, gli animali dovranno infatti viaggiare sui treni accompagnati da un certificato del veterinario, rilasciato da meno di un mese, che ne attesti l'assenza di «infestazioni o patologie trasmissibili».

Inoltre, non sarà piů possibile far salire sui treni cani di media e grossa taglia che pesano piů di sei chili. Mentre i piů piccoli, e tutti gli altri animali, dovranno viaggiare dentro il trasportino. Sono esentati i "piccoli pesci" e i "cani guida per ciechi" (anche per questi ultimi però è richiesto il certificato veterinario).

"Ci meraviglia - commenta l'ANMVI - che un provvedimento zoofobo venga accettato come segno di civiltà in un Paese dove le istituzioni fanno campagne contro l'abbandono animale. E' noto che fra le cause dell'abbandono ci sono i divieti nei confronti degli animali nei luoghi pubblici. Questa nuova discriminazione rivela lo strabismo della cultura italiana verso la convivenza con gli animali, da un lato tutelati dal codice penale e dall'altro ancora additati all'opinione pubblica come "portatori di malattie", un luogo comune indegno di una società in cui la prevenzione e la medicina veterinaria consentono al cane e al gatto di famiglia di condividere il quotidiano con garanzie igienico-sanitarie. Non c'è nessuna ragione per sostenere che sui treni l'animale di proprietà costituisca un rischio per l'igiene quando non lo è in nessun altro ambito, pubblico o privato che sia.".

L'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano spiega che le iniziative anti-zecche sono tre. «Le norme sul trasporto dei cani, certo: e anzi voglio sottolineare che gli animali non pagheranno alcun biglietto. Ma abbiamo in cantiere anche modernissime procedure di disinfestazione, a caldo e a freddo, con certificazione di qualità: saranno impiegate dal 1˚ ottobre. E poi ci affideremo a nuove ditte per i servizi di pulizia, i primi bandi scadranno venerdě prossimo».

La sanzione per i trasgressori è di 100 euro, pari al costo di disinfestazione del vagone. Per tutto il mese di ottobre, però, chi non avrà il certificato del veterinario non dovrà pagare la multa. «Ci siamo adeguati alla normativa spagnola, un Paese che ha molte analogie con il nostro, a partire dal clima», conclude Soprano.

Solo Michela Vittoria Brambilla ha espresso dubbi sul certificato veterinario: "non credo che possa garantire che l'animale non abbia parassiti, è anche questione di igiene sui treni. E' opportuno no dimenticare che una famiglia su tre li possiede, seguendo il trend di altri Paesi europei dove c'è un'apertura diversa verso gli animali". Il Sottosegretario Francesca Martini si era invece espressa a favore del certificato e ne aveva auspicato il rilascio gratuito da parte dei veterinari.

http://www.trenitalia.com/cms/v/index.jsp?vgnextoid=f12ea3ef72bba110VgnVCM1000003f16f90aRCRD

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