Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello presentato dall'Università Magna Graecia di Catanzaro per l'istituzione del Corso di Laurea in Medicina Veterinaria. Esulta dalla home page (http://www.unicz.it/portale/news_visual.asp?id_articolo=2842) dell'Ateneo il Rettore Francesco Saverio Costanzo: "Lo avevamo sempre sostenuto con forza e determinazione ed ora anche il Consiglio di Stato ci dà ragione: l'istituzione del Corso di Laurea Specialistica in Medicina Veterinaria nel nostro Ateneo è pienamente legittima''.
"Non siamo smaniosi di leggere la sentenza che pure i nostri legali analizzeranno- commenta Carlo Scotti per l'ANMVI- questa per noi è una sentenza datata e superata dai fatti. Piů di una Facoltà è ormai destinata a chiudere".
La sentenza del Consiglio di Stato è l'epilogo di un contenzioso con l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani che era ricorsa a vie legali dopo l'istituzione del Corso di Laurea Specialistica in Medicina Veterinaria a Catanzaro, come interateneo.
Il Tar Lazio aveva dato ragione all'Associazione ricorrente, tuttavia, in pendenza di giudizio, si sono continuati negli anni ad immatricolare aspiranti medici veterinari anche a fronte della progressiva defezione delle Facoltà che avevano a suo tempo collaborato, con propri docenti, alla creazione dell'interateneo.
Negli anni poi, è maturata presso l'Accademia e presso il Ministero dell'Università la convinzione che risorse e qualità debbano essere garantite a fronte di interventi di razionalizzazione e contenimenti di sedi e di corsi.
"Oggi- dichiara Scotti - grazie ad un lavoro annoso e instancabile, l'ANMVI ha portato a casa alcuni risultati politicamente importanti, tanto che nelle Aule universitarie e nelle sedi ministeriali si parla apertamente di chiudere alcune Facoltà. Lo sforzo culturale e di responsabilizzazione del sistema universitario perseguito dalle rappresentanze professionali in questi anni sta maturando risultati. Non ci serve piů il Tribunale- conclude Scotti- le drammatiche condizioni dell'università italiana, la crisi economica e l'aggravarsi della situazione occupazionale hanno determinato il Ministero dell'Università a ragionare sulla qualità e non piů sulla quantità".
fonte ANMVIOGGI
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