Per una presenza regolare e trasparente di "residenti volontari" che svolgono attività di apprendimento nelle strutture veterinarie, la Fnovi propone di informare l'Ordine professionale.
La presenza volontaria, con finalità d'apprendimento non retribuito, di colleghi (non laureati, laureati o abilitati) presso le strutture veterinarie, può essere "regolarizzata". Attraverso una scrittura fra le parti (direttore sanitario e residente volontario in autoformazione) può essere dichiarata la finalità della presenza, le cui caratteristiche non potranno essere intese come lavoro subordinato o mascherato.

E' infatti consigliabile che la presenza a scopo d'apprendimento -senza incarichi e senza retribuzione- in strutture medico veterinarie private, sia formalmente concordata, affinché non sia configurabile né ipotizzabile un rapporto di lavoro/dipendenza o di subordinazione sommersa.

La Federazione propone di inviare agli Ordini competenti una informativa scritta, via pec e con data certa, in cui vengono evidenziati il nominativo e l'eventuale iscrizione all'Albo del residente volontario, la durata della frequenza, il carattere volontario, l'assenza di qualsivoglia retribuzione, di obblighi di orari e di incarichi specifici. Tale comunicazione, a firma del direttore sanitario (o del medico veterinario tutor) non ha valore legale, ma è un atto di trasparenza e di chiarezza, che si prefigura di essere di ausilio in casi di contestazione sulla presenza, nelle strutture veterinarie, di soggetti che non possono essere equiparati a lavoratori.
Un fac simile è sul portale www.fnovi.it

è anche consigliabile dotare i residenti volontari di un tesserino i riconoscimento in cui sia evidenziato il loro ruolo. La loro presenza è soggetta alle norme della sicurezza del lavoro, in particolare per quanto concerne la valutazione dei rischi a cui sono esposti nel condividere l'ambiente di lavoro.

fonte @nmvioggi