LAVORO, LE LAUREE VINCENTI SECONDO L'ISTAT

Ad un anno dal conseguimento del titolo di studio, i laureati in corsi lunghi, fanno registrare i livelli di disoccupazione piů consistenti: in cerca di lavoro è il 21,4%, contro appena il 9,4% relativo ai "triennali". Il primato delle lauree che danno piů neo-occupati è per ingegneria e architettura. Per quanto riguarda i corsi triennali, la percentuale piů alta di giovani impegnati in un'attività lavorativa di tipo continuativo, dopo il conseguimento del titolo di studio, riguarda soprattutto i laureati nei corsi delle professioni infermieristiche e ostetriche.

Sono alcuni dei dati contenuti nel l'opuscolo "Università e lavoro: orientarsi con la statistica" (http://www.istat.it/lavoro/unilav/), pubblicato dall'Istat.

Nel 2007 circa il 41% dei laureati in corsi lunghi e ben il 48% dei laureati triennali lavora con contratti a termine o è impiegato in attività lavorative "parasubordinate". Ad avere una posizione alle dipendenze a tempo indeterminato è il 40,6% dei giovani che hanno conseguito un titolo di 4-6 anni e il 42,4% di quanti lavorano dopo una laurea triennale. Un'attività autonoma è stata intrapresa dal 19% dei laureati in corsi lunghi e dal 9% dei laureati triennali.

A poco piů di tre anni dal conseguimento del titolo i laureati che svolgono un lavoro iniziato dopo la laurea (continuativo e a tempo pieno) guadagnano in media circa 1.300 euro; lievemente piů elevato lo stipendio mensile netto dei laureati in corsi lunghi (1.310 euro contro i 1.293 relativi ai triennali).

Nel 2007/08 il 55% degli immatricolati residenti in Italia si è iscritto ad un corso universitario in una sede didattica della stessa provincia di residenza. La maggior parte delle immatricolazioni (83,4%) si indirizza verso i corsi di durata triennale.

Al corso di laurea in medicina veterinaria (ricompresa nell'indagine fra le lauree specialistiche e ciclo unico per le quali non è previsto alcun titolo dopo i primi tre anni, ma solo al completamento del ciclo) sono risultati complessivamente immatricolati 991 studenti, di cui il 34,4% maschi e il 65,6% femmine. La maggiore propensione femminile allo studio accademico è confermata anche dal fatto che sono piů le ragazze dei ragazzi ad iscriversi all'università dopo il diploma di scuola superiore (74% contro 62%).

fonte ANMVIOGGI

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